Fiorentino d'adozione ma napoletano d'origine, Marco Parente collabora con il Consorzio Produttori Indipendenti dal 1994 in qualità di arrangiatore e turnista; come batterista ha infatti suonato prima con Andrea Chimenti e quindi con i C.S.I., partecipando alle session di Linea Gotica.
Tuttavia la sua principale passione è sempre stata quella di scrivere canzoni, una decina delle quali sono state raccolte lo scorso anno nel suo album d'esordio Eppur non basta, una delle opere più gradevoli tra quelle realizzate nell'ambito dei "Taccuini": un lavoro raffinato ed intenso che rivaluta il prestigio della nostra scuola cantautorale, da tempo priva di nuovi talenti capaci di far propri gli insegnamenti di Fossati, De André e pochi altri.
Cosa ti ha indotto a lasciare la batteria e a realizzare un disco tutto tuo?
Non mi sentivo molto gratificato come arrangiatore: alla fine dei vari lavori con Chimenti, con i C.S.I. o anche con il mio vecchio gruppo, gli Otto P' Notri, avvertivo sempre una certa insoddisfazione, forse perché quella musica non mi apparteneva fino in fondo... Così, circa tre anni fa, ho iniziato a scrivere canzoni e ad interpretarle da solo; era un'esigenza, che avevo dentro da tempo e nel momento in cui le ho dato libero sfogo mi sono sentito subito appagato: ho capito che l'importante non è la voce o il modo di cantare, piuttosto essere convinti di ciò che si sta facendo. Oggi mi ritrovo a comporre in ogni momento; figurati che già durante la lavorazione di Eppur non basta avevo pronti nuovi pezzi, scritti tra una registrazione e l'altra.
Che rapporto hai con la nostra canzone d'autore?
Mi stimola molto la forma canzone come modulo espressivo, tuttavia le mie preferenze musicali sono sempre venute dall'estero; solo in un secondo momento mi sono avvicinato agli autori italiani, accorgendomi d'altra parte che alcuni di loro non hanno proprio nulla da invidiare agli artisti stranieri. Si pensi ad esempio al De André di Crueza de ma': la prima volta che ho sentito quel disco sono rimasto folgorato, era incredibilmente avanti, un grande progetto di linguaggi e musicalità nuove; neppure Peter Gabriel o David Sylvian avevano ancora realizzato un lavoro del genere! Purtroppo è passato quasi del tutto inosservato. La critica lo ha incensato ma sembra che il pubblico non se ne sia accorto.
Eppur non basta ha arrangiamenti molto eleganti: le viole e la tromba sono strumenti abbastanza insoliti anche per un cantautore...
La mia intenzione era quella di fare a meno della tastiera come elemento armonico: mi sono fatto corrompere dal fascino degli archi e dei fiati; le due viole e la tromba hanno reso le canzoni più riconoscibili, e forse anche un tantino originali. Tra l'altro, in questo modo ho anche realizzato il mio sogno di emulare certi vecchi arrangiamenti di Van Morrison...
Hai mai pensato di andare a Sanremo?
In realtà mi piacerebbe molto; so che ci andrei senza cercare a tutti i costi il pezzo giusto o quello piegarmi per forza alle regole imposte dal Festival. Non sono affatto il tipo che snobba certe opportunità: l'importante è essere onesti con se stessi; non vedo perché rinunciare alla possibilità di far arrivare la propria musica ad un pubblico più vasto. Si pensi a Carmen Consoli: è andata a Sanremo due volte , la prima ha presentato un brano piuttosto facile ed accessibile, seppur musicalmente valido, la seconda ha portato ha portato un pezzo che era lontano dagli standard della rassegna ed è stata immediatamente eliminata; in seguito però questa cosa le ha giovato tantissimo: si sa che a gara conclusa i "martiri" del Festival hanno sempre il modo di rifarsi...
Tra l'altro Carmen ha anche cantato in un brano del tuo cd, Oio : com'è nata questa collaborazione?
L'ho incontrata per la prima volta in una trasmissione televisiva, doveva ancora andare a Sanremo e suonò qualche pezzo per sola voce e chitarra: rimasi impressionato dal personaggio, dal suo modo di cantare e da quei brani pieni di passione. In seguito, quando ho iniziato a lavorare la mio disco, ho avuto l'idea di un duetto con una voce femminile; ho pensato subito a Carmen, mi ha raggiunto in studio quando è venuta a suonare a Firenze ed abbiamo fatto tutto in poche ore; in quell'occasione c'è stato solo il tempo di conoscerci dal punto di vista professionale ma in seguito è anche nato un ottimo rapporto di amicizia...
Cosa ci puoi anticipare del nuovo album?
In questi giorni stiamo assemblando il materiale e verso metà febbraio inizieremo a registrare; per l'occasione abbiamo preso in affitto una casa vicino Reggio Emilia dove lavoreremo per circa un mese. Rispetto ad Eppur non basta sarà più contaminato; per quello che riguarda le tematiche sarà invece una sorta di concept che, partendo dalle considerazioni amare già espresse nel primo lavoro, svilupperà una visione meno pessimista e più fiduciosa nei confronti della vita: è un percorso che rispecchia l'evoluzione del mio stato d'animo negli ultimi anni, sono coinvolto emotivamente in queste nuove canzoni e vorrei registrarle una ad una nello stesso ordine previsto dalla scaletta del disco, altrimenti non riuscirei a dare il meglio di me stesso.
Fabio Massimo Arati
|